Altre storie biancoverdi: un post scriptum sulla BSG Chemie di Lipsia

In un precedente post ho richiamato un articolo sulla BSG Chemie di Lipsia, tratto dal sito http://www.calcioromantico.it.

Scandagliando più in profondità il Web, emerge però tanto altro, a proposito della compagine biancoverde (finora) militante in Sachsenliga, sesta divisione del calcio tedesco: al termine di questa stagione, i nostri si sono classificati al quattordicesimo posto e sono retrocessi nella categoria inferiore.

Nulla è perduto, tuttavia: se bastasse un insuccesso sportivo a decretare la fine della storia, la squadra e i suoi sostenitori sarebbero scomparsi da tempo dalle mappe del calcio teutonico.

Sì, perché oltre all’epopea del <resto di Lipsia>, oltre al <nein> alla Red Bull, c’è una bella storia di calcio popolare.

In questo post di ostklassiker.net, blog specializzato sul calcio dell’ex Germania Est, c’è scritto tutto, o quasi: io mi limito a riassumere i termini della vicenda, principalmente a beneficio di coloro che non avessero voglia di impegnarsi nella lettura di un lungo articolo in inglese. Altre informazioni sono tratte, con l’ausilio di Google Translator, dal sito ufficiale della BSG Chemie.

La <vecchia> BSG Chemie vince per due volte l’Oberliga, il campionato nazionale della Germania Est, dapprima nel 1950/51, poi nel 1963/64, con il già menzionato  <resto di Lipsia>. Il palmarès si completa con due coppe nazionali.

Dopo la caduta del Muro, il club perde il sostegno finanziario delle industrie della chimica, e nel 1990 assume la nuova denominazione di FC Sachsen Leipzig. La squadra vivacchia per alcune stagioni in terza divisione.

Già nel 1997 alcuni tifosi raccolgono le risorse finanziarie occorrenti ad iscrivere al campionato di tredicesima e ultima divisione una squadra, al contempo <nuova> e <vecchia>, con l’antica denominazione di BSG Chemie Liepzig, in modo da preservare la tradizione del club. L’Alfred-Kunze Sportpark, lo stadio situato nel sobborgo di Leutzsch e intitolato all’allenatore dello scudetto del ’64, resta però appannaggio del FC Sachsen, con la BSG Chemie costretta ad emigrare in un altro impianto cittadino. Più tardi, i  ricorrenti dissidi con la proprietà del FC Sachsen producono la scissione delle frange più appassionate del tifo: i Diablos, un gruppo ultras caratterizzato da un approccio al tifo rumoroso e colorato, non violento e dichiaratamente antirazzista – circostanza rara nel panorama dell’ex Germania Est – decidono di sostenere la BSG Chemie.

Il credo della <nuova> BSG Chemie e dei suoi tifosi è riassunto in un vero e proprio decalogo, fatto di tradizioni e valori, fair play in campo e divertimento sugli spalti, solidarietà, non violenza e antirazzismo, calcio giovanile e vita di quartiere. Sono queste le premesse che portano i Diablos ad essere premiati in occasione dei mondiali antirazzisti di Casalecchio di Reno.

Nel 2011 il FC Sachsen dichiara bancarotta, al culmine di una crisi finanziaria e sportiva irreversibile. La BSG Chemie, che nel frattempo ha recuperato numerose categorie, potrebbe finalmente riprendersi il proscenio; su di esso, però, irrompe una nuova società, la SG Leipzig Leutzsch, anch’essa biancoverde, attorno alla quale – secondo ostklassiker.net – si aggregano frange di tifosi di estrema destra. Diversi sostenitori del defunto FC Sachsen, per contro, decidono di seguire la BSG Chemie.

Per tre stagioni le due squadre si dividono lo stadio e si fronteggiano nel campionato di Sachsenliga – l’equivalente della nostra Eccellenza regionale – e la coabitazione non è esattamente delle più facili.

Al termine dell’ultima stagione, come detto, la BSG Chemie retrocede, mentre la SG Leipzig Leutzsch decide di mutare la propria denominazione in SG Sachsen Leipzig, richiamandosi esplicitamente alla società disciolta nel 2011.

La contesa, insomma, è destinata a continuare. In ogni caso, su chi siano gli eredi morali della squadra biancoverde dell’industria chimica, vincitrice di due campionati e due coppe della DDR, io – come avrete capito – ho pochi dubbi.

Altre storie biancoverdi: la BSG Chemie di Lipsia

Il sito si chiama http://www.calcioromantico.com, e il suo contenuto tiene fede a questa premessa.

È qui che mi imbatto nella storia della BSG Chemie di Lipsia, colori sociali – manco a dirlo – bianco e verde, capace negli anni di battere il regime della DDR e di respingere al mittente le profferte di acquisizione di una nota multinazionale delle bibite energetiche.

Un’altra storia biancoverde, raccontata qui:

La leggenda del “resto di Lipsia”